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giovedì 6 novembre 2014

Mare, i Tribunali all'opera

"l'immissione nelle acque marine di migliaia di tonnellate di liquami non trattati, e l'andamento delle correnti marine, hanno prodotto il permanere , documentati per mesi e mesi di "strisce" ripugnanti lungo la costa e nei pressi delle spiagge che hanno compromesso il turismo, hanno reso scarsamente praticata la balneazione"
Mentre il procuratore capo, Bruno Giordano del tribunale di Paola, sollecita le amministrazioni comunali ad intraprendere gli interventi necessari a mitigare i danni, al mare, provocati dalla mala gestione dei reflui, regole che dovrebbero essere patrimonio di qualsiasi ufficio Tecnico comunale, proseguono le attività della magistratura sul versante Impianto di San Sago [....],  il GIP dott. Pierpaolo Bortone dispone il giudizio sull'ipotesi di "frode nell'esecuzione dei contratti per la gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane" di una gran numero di Comuni a Nord e a Sud di San Nicola Arcella da parte di dirigenti di imprese private tra loro collegati perché, nelle qualità sopra indicate, in concorso tra loro e con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso commessi anche in tempi diversi, continuato, con il comportamento suddetto, a realizzare un imponente ed illecito smaltimento di fanghi di depurazione, mediante scarichi ripetuti e continuati di acque reflue non depurate miste ai fanghi, cosi determinando (con l'aggiunta di concentrazioni elevatissime di cloro attivo libero ed altre sostanze chimiche nello scarico effettuato in acque marine) dolosamente un disastro ambientale interessante il tratto marino del mar Tirreno ricompreso tra Tortora ed Amantea (ca. 100 km), nel quale insistono ben due parchi marini regionali (Scogli di Isca e Riviera dei Cedri) con interessamento dei comuni di Amantea, Belmonte C, Praia a Mare, Diamante e Acquappesa) e varie aree marine S.l.C. (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) ricomprese tra i comuni di Scalea, Praia a Mare, Diramante, Cetraro, Belmonte C. ed Amantea - habitat ad alta biodiversità, con la presenza di praterie di Posedonia oceanica e nursey per i pesci - con grave ed irreparabile compromissione dello habitat sottomarino, mediante l'accumulo di svariate migliaia di metri cubi di fanghi. Infatti la durata in termini temporali e l'ampiezza in termini spaziali dell'attività di inquinamento, consistita nella dispersione nell'ambiente di migliaia di tonnellate di fanghi, il dilavamento dei corsi d'acqua superficiali dove gli indagati hanno sversato i liquami, l'immissione nelle acque marine di migliaia di tonnellate di liquami non trattati, e l'andamento delle correnti marine, hanno prodotto il permanere , documentati per mesi e mesi di "strisce" ripugnanti lungo la costa e nei pressi delle spiagge che hanno compromesso il turismo, hanno reso scarsamente praticata la balneazione, hanno prodotto effetti di alterazione della qualità delle acque e inciso in forme ancora da verificare nei loro effetti di lungo periodo sulla composizione delle biomasse marine, incidendo in maniera devastante sugli ambienti marino sottoposti a speciale protezione e di delicato equilibrio, sul turismo, sulla pesca e sulla salute dei cittadini. Inoltre la gravità della situazione e la sua diffusione espone ad un grave pericolo sanitario un numero grande ancorché indeterminato di persone, dovuto alla concentrazione elevatissima di inquinanti chimici e batteriologici (Escherichia coli, dovuto alla mancata depurazione dei reflui fognari) che terminano nei corsi d'acqua dolce, come ad esempio per il fiume Abatemarco, dove a seguito di sbarramenfi posfi nel letto dello stesso, le acque vengono canalizzate nei campi coltivati, per innaffiare gli ortaggi, gli alberi da frutta nonché l'erba che mangiano gli animali, entrando così nella catena alimentare. Tale fenomeno incide negativamente sulla vita biologica dei corsi d'acqua interessati nonché determina la scomparsa irreversibile delle specie acquatiche maggiormente sensibili agli inquinanti" [....].
Per intanto il dirigente del settore Ambiente e Demanio Idrico della Provincia di Cosenza ha emesso, in questue ultime settimane, decine di concessioni ai comuni montani della costa tirrenica per autorizzarli a scaricare a mare i propri reflui attraverso i canali di bonifica, i ruscelli e i fiumi viciniori [....] .

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